Home DEGUSTAZIONI VINO SONO DAVVERO BUONE NOTIZIE ?

SONO DAVVERO BUONE NOTIZIE ?

 


 


 


 


della fine di luglio la notizia che il Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali ha finalmente sbloccato 48milioni di euro di fondi per la promozione del vino italiano (Decreto ministeriale n 4123 del 22 luglio 2010 relativo a OCM Vino Modalit attuative della misura Promozione sui mercati dei Paesi terzi Campagne 2010-2011 e seguenti). Una montagna di soldi destinati, teoricamente, ai produttori di vino italiani, seriamente in difficolt a causa della crisi che ha portato a progressivi cali di vendita, sia in Italia sia allestero.


 


Ma attenzione perch, come spesso accade in questi casi, non tutto oro quello che luccica. I soldi ci sono, infatti, ma non assolutamente facile ottenerli. Anzi, probabile che alla fine buona parte dei fondi a disposizione non vengano assegnati e di conseguenza tornino in Europa, con buona pace di chi avrebbe davvero avuto bisogno di un aiuto concreto.


 


Ma come possibile una cosa di questo genere? Lo abbiamo chiesto a Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrep Pavese che, come molti suoi colleghi, dedica buona parte del suo tempo alla ricerca di risorse per dare visibilit alle aree che rappresenta.


 


Per prima cosa occorre una precisazione – spiega Panont – la cifra di 48milioni di cui si parla in questi giorni corretta ma a ogni singola regione spetta solo una parte di questa somma. Una fetta che viene stabilita a tavolino sulla base dello schedario vitivinicolo. In pratica chi ha pi ettari vitati, ha diritto a pi fondi. Questo senza considerare minimamente il valore del vino prodotto in quella regione o il valore dellexport generato da quella area. La Lombardia, per esempio, dei 48milioni potr utilizzarne solo 1,4 milioni. Comunque una bella cifra, anche in considerazione del fatto che per i prossimi anni i fondi a sostegno del vino saranno ancora pi alti (oltre 110milioni di euro n.d.r.) e che di conseguenza la fetta di soldi destinati alle singole regioni saranno proporzionalmente sempre di pi. Il problema vero che le norme che regolano questi finanziamenti sono davvero molto complesse e, in alcuni casi, inutilmente rigide. Basti pensare che ogni progetto pu interessare un solo Paese estero e che lo stesso gruppo di aziende o Consorzio non pu impegnarsi su pi di un progetto per volta.


 


I progetti, inoltre, devono avere un valore minimo di 100mila euro, che le aziende o i Consorzi possono finanziare con soldi pubblici solo al 50% (solo in alcune regioni si arriva anche al 70%). Il rimanente deve essere messo direttamente dal beneficiario del finanziamento. Il che vuole dire che tutte le realt minori, quelle che probabilmente hanno pi bisogno di sostegno in questo momento, sono automaticamente escluse dai finanziamenti.


 


Nessun piccolo Consorzio o associazione di piccoli produttori ha la possibilit, reale, di accedere a questi fondi – spiega ancora Panont. Da una parte la soglia di investimento minima richiesta davvero molto alta. Dallaltra anche solo per presentare la domanda necessario dotarsi di studi di consulenza che preparino tutta la documentazione. Circa il 10% del finanziamento viene investito per pagare questo tipo di attivit. E come se non bastasse, mancano i tempi. Il Decreto ministeriale datato 22 luglio e le domande vanno presentate entro il 15 di settembre. Non c letteralmente il tempo per presentare progetti cos complessi. A meno di non essere gi stati impegnati in iniziative di questo genere o di non avere casualmente un progetto gi pronto nel cassetto. Ma le difficolt non finiscono qui. Per non rischiare di sprecare denaro pubblico, i soggetti che partecipano a questi finanziamenti sono tenuti a rendicontare ogni spesa in modo molto preciso. Con il rischio, per, che a cose fatte alcune spese, inizialmente approvate, non vengano considerate congrue e di conseguenza che le aziende o i Consorzi siano tenuti a pagare di tasca propria anche la parte di investimento che sarebbe dovuta essere coperta dal finanziamento pubblico.


 


Ma la cosa peggiore – conclude Panont – la sensazione che anche in questo caso sia del tutto mancata la giusta pianificazione. Appena pubblicato il Decreto, tutti si sono buttati a capofitto nellelaborare progetti di ogni genere, spesso molto simili e soprattutto destinati agli stessi Paesi. Un vero e proprio spreco di denaro che potrebbe essere invece investito in modo molto pi redditizio. Con una migliore programmazione a livello nazionale si sarebbe potuto dar vita a un coordinamento in grado di ottimizzare i risultati verso ogni singolo mercato estero.


 


Per il momento, dunque, le notizie non sono davvero buone. Almeno per chi sperava in un aiuto concreto per finanziare la propria piccola attivit nel mondo del vino. Peccato che in Italia, attivit come queste, rappresentano il 90% del totale.


 


( Fonte Il Mio Vino )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.