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Una follia produzione di Primitivo in Sicilia

Secondo il parere di chi Vi scrive e di Confagricoltura, sarebbe un danno enorme al comparto del vino nel suo insieme. La forza delle nostre produzioni vitivinicole sono i circa 500 vitigni autoctoni, che oltre a caratterizzare le regioni di appartenenza, in quei luoghi vi hanno trovato il loro ” habitat / terroir ” naturale da secoli. Impensabile di impiantare nebbiolo in Sicilia o Nero d’Avola in Piemonte, sarebbe pura follia.

 

vigneto pugliese

 

Confragricoltura: “Sarebbe un danno enorme per le due regioni e un precedente pericoloso”. Il vino Primitivo, solo per la Doc Manduria, ha un giro d’affari da 140 milioni di euro.

 

Cosi’ dichiarano Confagricoltura Puglia e Confagricoltura Basilicata :  ” permettere l’impianto dei vitigni e la produzione del Primitivo in Sicilia è un danno enorme per la Puglia e la Basilicata e un precedente pericoloso per tutto il Paese che va subito bloccato”.

 

 

Continuano : “una delle produzioni d’eccellenza delle due regioni: il Primitivo. Il vino, apprezzato sulle tavole di tutto il mondo, ha la sua Doc nella zona di Manduria, Gioia del Colle e in Basilicata con il Primitivo doc Matera”.

“È inammissibile – dicono i presidenti dell’Organizzazione degli agricoltori pugliesi Luca Lazzàro e il suo omonimo lucano, Francesco Paolo Battifarano – che questo progetto di snaturare le tipicità regionali vada avanti. L’enogastronomia italiana è amata in tutto il mondo perché ogni regione ha la sua tipicità, la sua tradizione. Se tutti producessero tutto sarebbe la fine di una peculiarità quasi esclusiva del nostro Paese”.

“In caso non si riesca a bloccare il progetto – spiegano – servirebbe almeno limitarne l’uso in etichetta”. Secondo una recente stima, quello del vino Primitivo, solo per la Doc Manduria – riferisce Confagricoltura – è un giro d’affari da 140 milioni di euro che, nell’anno 2019, ha visto imbottigliare quasi 17 milioni di litri per oltre 23 milioni di bottiglie. Un aumento di circa il 12% rispetto al 2018″.