Secondo il parere di chi Vi scrive e di Confagricoltura, sarebbe un danno enorme al comparto del vino nel suo insieme. La forza delle nostre produzioni vitivinicole sono i circa 500 vitigni autoctoni, che oltre a caratterizzare le regioni di appartenenza, in quei luoghi vi hanno trovato il loro ” habitat / terroir ” naturale da secoli. Impensabile di impiantare nebbiolo in Sicilia o Nero d’Avola in Piemonte, sarebbe pura follia.

Confragricoltura: “Sarebbe un danno enorme per le due regioni e un precedente pericoloso”. Il vino Primitivo, solo per la Doc Manduria, ha un giro d’affari da 140 milioni di euro.
Cosi’ dichiarano Confagricoltura Puglia e Confagricoltura Basilicata : ” permettere l’impianto dei vitigni e la produzione del Primitivo in Sicilia è un danno enorme per la Puglia e la Basilicata e un precedente pericoloso per tutto il Paese che va subito bloccato”.
Continuano : “una delle produzioni d’eccellenza delle due regioni: il Primitivo. Il vino, apprezzato sulle tavole di tutto il mondo, ha la sua Doc nella zona di Manduria, Gioia del Colle e in Basilicata con il Primitivo doc Matera”.
“È inammissibile – dicono i presidenti dell’Organizzazione degli agricoltori pugliesi Luca Lazzàro e il suo omonimo lucano, Francesco Paolo Battifarano – che questo progetto di snaturare le tipicità regionali vada avanti. L’enogastronomia italiana è amata in tutto il mondo perché ogni regione ha la sua tipicità, la sua tradizione. Se tutti producessero tutto sarebbe la fine di una peculiarità quasi esclusiva del nostro Paese”.
