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Viaggio nella cucina siciliana : piana degli albanesi, il cannolo

Un piacere intenso. Prima croccante, poi dolce a tratti sorprendente, quando scivolano sotto la lingua piccole perle di cioccolato. Insieme alla ricotta arriva la nota crescente della scorzetta d’arancia o, a volte, la ciliegina chiude il sapore in un trionfo di dolcezza, che non stanca mai.

 

Il cannolo siciliano stimola tutti e cinque i sensi. Tante sono le leggende che raccontano la sua origine. Una di queste, forse la più fiabesca, narra che la sua nascita sarebbe avvenuta a Caltanissetta, città ricca di harem. Le sensuali spose dell’emiro erano solite deliziarlo con ricette sempre nuove e sfiziose e pare che questa prelibatezza della tradizione siciliana fosse frutto di uno dei loro tanti esperimenti culinari.

 

Piana degli Albanesi è senza dubbio il luogo dove questo dolce prelibato è più apprezzato, anche se questa specialità si realizza in tutta la Sicilia.

 

“La particolarità sta nella realizzazione artigianale della scorza – racconta Nicola Petta, titolare dell’Extrabar – si impasta la farina con lo strutto e il vino che non deve superare la temperatura di dodici gradi”. “Qui – sottolinea – non usiamo stampi di metallo ma realizziamo i cannoli con canne di varie misure: mignon, medie e grandi. C’è anche la “Torta cannolo” che puo’ pesare da uno fino a tre chili”. I pasticceri dell’Extrabar hanno raggiunto l’ambito guinness dei primati grazie a un cannolo lungo sei metri e ottanta centimetri.

 

I cannoli a Piana degli Albanesi vengono realizzati da decenni sempre con la stessa cura e devozione, complice l’eccellenza delle materie prime, come la ricotta, ottima da ottobre in poi.

 

“A Piana sussiste una lunga tradizione legata al cannolo. Siamo stati anche premiati come eccellenza nazionale – spiega Giorgio Ferrara, vicepresidente della Pro Loco – fino all’anno scorso qui si celebrava anche la sagra del cannolo, che attirava moltissimi visitatori”.

 

Gli Arbëreshë di Piana conservano quasi intatte nel tempo oltre che la lingua e le tradizioni, quindi, anche la gastronomia. I cannoli, gli gnocchi, la cassata, i buccellati si sono arricchiti di ingredienti legati al posto e alla loro peculiare cultura e trasformati nel tempo in rare prelibatezze.

 

Ecco la ricetta

 

Ingredienti:

 

Per la cialda (scorza): farina per dolci gr.200, zucchero 2 cucchiaini, sugna gr.20, marsala 2 cucchiai, cacao 2 cucchiaini, un pizzico di sale. Per il ripieno: ricotta fresca di pecora kg.1, zucchero gr.600, vaniglia 1 bustina, scaglie di cioccolato fondente, scorza di arancia candita gr.100.

 

Preparazione

 

Versate su un tavolo, preferibilmente di marmo, la farina, quindi mescolatevi la sugna, il marsala, lo zucchero e un pizzico di sale e impastate bene, alla fine otterrete una pasta molle e compatta. Spianatela col mattarello a foglie sottilissime e ricavatene, con uno stampo rotondo o utilizzando a questo scopo un piattino da caffè, dei cerchi che avvolgerete attorno ad un bastoncino di legno di forma cilindrica, con un diametro non superiore ai due centimetri. Saldate i lembi della pasta con una goccia d’acqua e passate a friggere in un tegamino in olio bollente (o ancor meglio nella sugna). Mettete quindi a scolare i cilindri in una carta assorbente e attendete che siano freddi prima di togliere con molta cura il bastoncino che ne mantiene la forma. In fine riempite le cialde di cannolo con la crema di ricotta (che si ottiene mescolando lo zucchero alla ricotta fresca e, dopo averla passata al setaccio, anche le scaglie di cioccolato) e guamite con fettine di arancia candita.

 

( Fonte www.siciliainformazioni.com )

 

Abbinamenti

 

Quale migliore abbinamento se non il Passito di Pantelleria Shamira, del giovane produttore Vincenzo Basile,

di cui ne ho scritto al link :

https://www.winetaste.it/a-pantelleria-brilla-una-nuova-stella-enologica-azienda-fabrizio-basile/

oppure il Ben Rye’ di Donnafugata

( vigneti di zibibbo a Pantelleria, azienda  Donnafugata )

di cui al link :

https://www.winetaste.it/ben-rye-che-piacere/