In un aneddoto storico proposto da un nostro lettore la narrazione di quando l’Imperatrice Marianna di Savoia assaggiò per la prima volta a cavallo del 1800 due delle eccellenze del nostro territorio
La Principessa Marianna Carolina Pia di Savoia incoronata in Duomo Regina e Imperatrice del Regno Lombardo Veneto e dell’impero Austro-ungarico, il giorno dell’inaugurazione dell’Arco della Pace a Milano incontrò, tra gli invitati, un famoso ingegnere stradale. “Quell’uomo è Carlo Donegani? Il realizzatore della strada costiera lariana da Lecco a Colico?” Chiese la Regina al consorte Ferdinando I. “Certo” rispose. “Ha servito l’Austria donando una strada di collegamento imperiale con il Regno Lombardo Veneto tramite la Valtellina e tu non dici niente? Merita immediatamente un riconoscimento!” Concluse la Regina. Ferdinando 1° non perse tempo. Durante corretti festeggiamenti conferì all’ingegner Donegani l’onorificenza di Cavaliere della Corona Ferrea. Pio, il precettore della Regina, di propria iniziativa, per celebrare l’avvenimento e la sua grande capacità politica, volle celebrare offrendo ai sovrani i due vini nobili della zona. Rivolgendosi solamente a Marianna Carolina pia di Savoia: “A Sua Altezza” disse Pio, “per riconoscenza possa gradire questi vini della Valtellina terra da Lei amata. Alziamo il calice con la delicatezza del SASSELLA e con la forza dell’INFERNO, con un inno rispettivamente alla Regina e a Sua Maestà”.
“Perché codesti vini sono chiamati in modo così singolare?” Chiese Pia. “Mia Regina”, principiò Pio, “l’origine del vino risale a qualche millennio. La storia, a questo punto, si fonde con la leggenda popolare. Ora ascolta”. Un Pastore, facente parte di una tribù insediata alla destra di un fiume, di ritorno da un lungo errare, portò con sé una piantina di uva proveniente da quello che ora è il Regno di Sardegna di vostro padre. Scoperta la condizione indispensabile allo sviluppo delle uve, creò delle terrazze di sostegno sui pendii della montagna con il compito di rifrangere il calore del sole e ottenere un aumento della temperatura. Balze formate da muretti a secco con grossi sassi. Per l’aumento di riflesso dai sassi, il vino ottenuto fu, dalla tribù di destra, denominato “SASSELLA”.
“Per il vino Inferno”, proseguì la Regina, “quale fu il motivo?” Un Pastore, facente parte di una tribù insediata alla sinistra di un fiume, stimolato dall’emulazione fece altrettanto. Di ritorno dal Regno di Sardegna costruì le terrazze con muretti a secco formati da grosse pietre di colore verde raccolte nell’alta valle. Il riflesso del calore del sole molto più forte per la pregiata prerogativa di queste pietre, creò delle uve più generose. Per questo maggior calore il vino ottenuto fu dalla tribù di sinistra denominato “INFERNO”. La Regina Marianna Carolina Pia di Savoia, soddisfatta di queste storiche leggende, con un grande sorriso chiese di poter visitare Sondrio. Queste montagne sentiva di amarle non come straniera ma come Regina Italiana. I Valtellinesi, a loro volta, dimostrarono di amare questa bellissima Regina per la sua delicatezza e l’impegno profuso nel governare con modestia in luogo dell’incapace Sovrano Consorte. A Sondrio innalzarono al Sovrano Ferdinando I° Il “Monumento della Riconoscenza” per onorare, soprattutto, la Regina Marianna Carolina Pia di Savoia.
( Fonte Valtellinanews )