Ricevo e volentieri pubblico, queste considerazioni del giovane produttore siciliano di vini biodinamici, Pierpaolo Messina dell’azienda Marabino sita in Val di Noto.
Ho visitato piu’ volte l’azienda e degustato i magnifici vini prodotti, molto interessanti, godibili da non perdere.
Buona lettura
Roberto Gatti
” Caro amico,
Produrre vino di qualità implica molteplici conoscenze: geologiche, geografiche, metereologiche, pedologiche, agronomiche ed enologiche.
Nella mia esperienza, facendo assaggiare i nostri vini a persone con preparazioni anche molto diverse tra loro, mi sono accorto che il più delle volte queste si concentrano, fanno domande, su questioni legate soprattutto alla tecnica di produzione: se le fermentazioni sono spontanee, se abbiamo usato o meno le barrique, se il vino ha fatto la malolattica e così via. Sarebbe bello se invece non solo si facesse più attenzione alla degustazione in sé, a come il vino si comporta nella nostra bocca, ma anche ci fosse una maggiore curiosità nei confronti di ciò che è a mio avviso davvero importante nel delineare le caratteristiche di un vino di qualità: quelle del luogo da cui questo proviene.
La disponibilità di uno specifico posto ad accogliere la vite si chiama vocazione. Oltre alla questione relativa alla latitudine, questa dipende principalmente dalla posizione geografica del vigneto (dalla sua altezza e dalla sua esposizione), dal clima e dal microclima di quello specifico luogo, dal suolo e dal sottosuolo su cui viene piantato.
Parlare di latitudine è semplice: più ci si avvicina all’equatore, più il clima diventa caldo. Le latitudini ideali per coltivare il vino sono comprese tra il 30° e il 50° parallelo nord e il 30° e il 50° parallelo sud. In queste fasce del globo la differenza tra le stagioni consente infatti alla pianta di compiere per intero il suo ciclo biologico.
La vite, e qui entriamo nel vivo del discorso, è fortemente influenzata dalla luce solare. La sua posizione geografica influisce quindi tantissimo: dal mare alla montagna, dalla collina alla pianura, non c’è luogo che non porti a specificità precise nei vini lì prodotti, per non parlare dell’esposizione di un vigneto.
Il clima è strettamente legato sia alla posizione geografica che alla latitudine ed è caratterizzato dalle temperature stagionali, dalle precipitazioni e dai venti, aspetti che donano ogni anno una connotazione specifica alla vendemmia.
Suolo e il sottosuolo sono poi elementi cruciali per la realizzazione di un vino. La vite non va piantata in suoli fertili, a differenza degli ortaggi, e anzi è proprio nei suoli più ostinati che la vite mostra la sua grandezza.
Per suolo s’intende lo strato di terra che va dalla superficie sino a un massimo di un metro di profondità. Il sottosuolo si protrae invece sino a 10 metri. La parte però più importante in termini di proprietà nutritive si trova relativamente in superficie, nei primi cinquanta centimetri del terreno. Per questo è essenziale che la vite sia coltivata su un suolo vivo, non inquinato da fertilizzanti o da diserbi chimici, ricco di quella biodiversità microbiologica che l’agricoltura biodinamica riesce a garantire.
Nel sottosuolo, in profondità, arrivano le radici della vite, fondamentali per l’assorbimento di quei minerali (ferro, magnesio, zinco, etc.) essenziali per la pianta, importanti elementi che ritroviamo nel vino, che influenzano la sua tattilità gustativa. Non solo, la parte più profonda del suolo è anche importante per la gestione dell’acqua: in zone aride come la nostra la presenza di humus (i preparati biodinamici amplificano la presenza di humus stabile nel suolo) aiuta con la sua vitalità ad assorbire, trattenere e rilasciare l’acqua.
Latitudine, posizione geografica, clima, suolo e sottosuolo insieme a tutto quello che ha a che fare con le pratiche dell’uomo, la sua cultura e le sue tradizioni, determinano il famigerato “terroir”.
La peculiarità di un vino sta nel far riconoscere la sua origine, la terra da cui deriva e le pratiche enologiche che lo hanno visto nascere. Questo è il nostro obiettivo quando pensiamo ai nostri vini poiché vogliamo far trasparire la tipicità dei nostri vigneti, situati in una delle zone più vocate per il Nero d’Avola e per il Moscato di Noto, luoghi dove i profumi e i sapori che assumono i vini hanno un’identità unica nel loro genere.
I nostri vigneti incidono sulla placca Africana e da un punto di vista geologico sono situati su quattro distinte zone, tre appartenenti al Pliocene (che ebbe inizio oltre 5 milioni di anni fa) e una più recente frutto di alluvioni risalenti all’Olocene, l’epoca geologica attuale. Le composizioni dei nostri terreni sono prevalentemente di natura calcarea caratterizzata tanto da marne quanto da argille in un mosaico che cambia anche radicalmente a distanza di poche decine di metri.
