Home News Champagne, medico di Fabriano descrisse lo spumante 50 anni prima di Dom...

Champagne, medico di Fabriano descrisse lo spumante 50 anni prima di Dom Perignon

Mi fa piacere venga ripresa la notizia relativa alla primogenitura dell’invenzione dello spumante metodo classico, ovvero della rifermentazione in bottiglia, da parte di un medico marchigiano.

 

 

Questo è avvenuto 50 anni prima iniziasse il frate francese Dom Perignon, ne avevo data ampia notizia molti anni fa, sulle pagine di questo stesso sito al link :

 

 

https://www.winetaste.it/e-se-lo-spumante-metodo-classico-fosse-nato-in-italia-prima-di-dom-perignon/

 

Quindi teniamoci ben stretti i nostri meriti e non assumiamo posizioni supine e subalterne nei confronti di nessuno, francesi compresi !

Buona lettura

Roberto Gatti

 

dom-perignon

Nel 1622 Francesco Scacchi fu il primo a descrivere la ricetta dello spumante in bottiglia, molto prima dell’abate considerato da sempre l’inventore del vino con le bollicine

 

È migliore lo spumante o lo champagne? Ma soprattutto: qual è nato prima?

Il dibattito sui due vini con le bollicine dura da secoli e anche quest’anno molti partecipanti al Vinitaly, la più importante manifestazione dedicata ai vini in Italia (a Verona fino al 18 aprile), ne parleranno tra un calice e un altro. Se sui gusti non si discute, sulla storia invece si può fare un po’ di chiarezza. Finora i francesi dicono di essere arrivati prima loro con lo Champagne, grazie agli esperimenti dell’abate Pierre Perignon che, secondo la leggenda, scoprì per caso, intorno 1670, la ri-fermentazione del vino in bottiglia nell’abbazia di Hautvillers, nel nord est della Francia. Già, una leggenda. Perché Francesco Scacchi, un medico di Fabriano, almeno 48 anni prima di Perignon aveva descritto il metodo per rendere frizzanti e spumosi i vini normali. A dirlo sono lo storico locale Alvise Manni e l’enologo Francesco Sbaffi che nei primi anni duemila hanno riscoperto il “De salubri potu dissertatio” (Del bere sano), un trattato scritto dal loro concittadino. «Scacchi proveniva da una prestigiosa famiglia di medici e nel 1622 ha scritto un trattato sul modo corretto di bere acqua, tè e vino, e l’effetto che queste bevande hanno sul nostro corpo» spiega Manni. «In particolare nel capitolo ventuno chiamato “Se il vino frizzante, comunemente detto piccante, sia utile alla salute”, Scacchi descrive in modo dettagliato il metodo per rendere il vino fermo frizzante, ovvero aggiungendo mosti o uve passite. E lo fa molto prima di Dom Perignon che non ha mai lasciato nulla di scritto».

 spumante

( Copia del “De salubri potu dissertatio”, conservata nella biblioteca multimediale “R. Sassi” di Fabriano )

Esistono solo poche ristampe anastatiche di questo volume, conservate da varie biblioteche italiane, tra cui la biblioteca comunale di Fabriano, consultata dai due studiosi. Il libro di Scacchi, addirittura il primo in occidente a citare il sakè giapponese, è talmente importante per gli addetti ai lavori che la famiglia trentina Lunelli, produttrice dello spumante Ferrari, acquistò una copia nel 1997 per 14.000mila sterline. In realtà di vino frizzante si parla già nella Bibbia. Nel libro dei Salmi, Dio viene descritto mentre tiene tra le mani una coppa di spumante. Anche Virgilio nell’Eneide parla di uno “spumantem pàtera”. «Ma si tratta di enologia involontaria», spiega Sbaffi, «La fermentazione primaria che conoscevano gli antichi è l’effervescenza naturale del vino prima che diventi aceto. Mentre Scacchi spiega la rifermentazione in bottiglia». Al tempo di Scacchi esistevano almeno altri sei trattati in Europa sui vini frizzanti o “piccanti”, tra cui Il “Libellus de vini mordaci”, scritto nel 1570 il medico bresciano Girolamo Conforto che però consigliava di proibire questi vini gassosi perché dannosi per la salute. «Il merito di Scacchi è stato quello di scrivere in modo dettagliato il metodo per spumantizzare il vino in bottiglia, ma soprattutto di aver sdoganato il suo uso, dicendo che faceva bene berlo, purché con moderazione. In altre parole ha creato per primo la filosofia dello spumante: un vino elegante da bere con moderazione in occasioni speciali».

 

 scacchi

 

Chiariamo una cosa: la ricetta del vino spumante non è come quella della Coca Cola. Non è stata inventata dalla sera alla mattina, ma è frutto di un processo lungo e tortuoso di perfezionamento che ha molti protagonisti. Dalla bottiglia di vetro resistente alla pressione dello spumante inventata dall’inglese Kenelm Digby, al sistema di chiusura in sughero, fino alla scoperta della microbiologia e le tecniche moderne di produzione, come il metodo Martinotti – Charmat, inventato nell’800. «Ma Scacchi è da considerare il capofila di una generazione di medici italiani che nel Rinascimento avevano descritto il metodo della rifermentazione molto prima della leggenda di Dom Perignon. Ed è una storia che noi italiani per ragioni storiche non abbiamo mai valorizzato. Mentre la Francia, diventata nazione secoli prima di noi, ha potuto creare più facilmente un marchio riconoscibile nel mondo. In altre parole gli inglesi hanno inventato la bottiglia dello spumante, i francesi il marketing per venderlo, ma la ricetta è nata in Italia» dice Sbaffi, che porta avanti la tradizione del medico di Fabriano con il “Metodo Scacchi”. Un marchio collettivo di tre aziende marchigiane che produce dal 2011 circa 4mila spumanti all’anno, seguendo la ricetta originale descritta da Scacchi e usando il mosto d’uva al posto dello zucchero industriale per la rifermentazione.

 

 

( Fonte La Stampa )