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Consumo di alcol, scende in campo anche la World Heart Federation

Dopo le considerazioni lapidarie della Commissione Beca, un altro studio arriva alla conclusione che anche una minima quantità di alcol può essere dannosa per chi l’assume.

A dirlo è la World Heart Federation (WHF) in un policy brief del 20 gennaio (The Impact of Alcohol Consumption on Cardiovascular Health: Myths and Measures) nel quale contesta l’idea diffusa che se le quantità di alcol assunte sono moderate diminuisce il rischio di malattie cardiache. Di conseguenza, la WHF chiede “un’azione urgente e decisiva per affrontare l’aumento senza precedenti di morti e disabilità legate all’alcol in tutto il mondo”.

La Federazione – che rappresenta la comunità cardiovascolare globale, e riunisce oltre 200 fondazioni cardiache, società scientifiche, e organizzazioni di pazienti in più di 100 Paesi -sostiene che il consumo di alcol sia uno dei principali fattori di rischio evitabili per le malattie non trasmissibili. “Gli studi – afferma – hanno dimostrato che anche piccole quantità di alcol possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari”.

Per il settore si preannunciano mesi difficili, in cui si concentreranno varie pressioni per ridurre e discriminare il consumono di alcol. A partire dalle misure attese per il Europe’s Beating Cancer Plan alla presa di posizione dell’Oms sui Governi affinché decidano di aumentare le accise sugli alcolici.

Tra i possibili effetti negativi anche la possibile assegnazione dei fondi di promozione orizzontale dei prodotti agricoli europei (per un valore complessivo di oltre 176 milioni di euro), che dovrebbero essere allineati a documenti strategici, come il “Farm to Fork” e il piano comunitario di lotta anticancro.